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Umbria - Necropoli del Crocifisso del Tufo

La Necropoli del Crocifisso (VI sec. a.C) deve il suo nome all'incisione di una croce scoperta in una cappella scavata nella rupe.
I primi scavi archeologici risalgono agli inizi del 1800 ma gli interventi più importanti sono stati effettuati molto più tardi, verso il 1960.
Prezioso frutto di questa attività è la scoperta di una vasta area cimiteriale. La zona è caratterizzata da una pianificazione edilizio-tombale che rispecchia quella usata per i centri residenziali urbani. Tutte le tombe sono disposte lungo stradine dritte, parallele e perpendicolari tra loro.
L'uniformità dei criteri costruttivi ha un importante valore sociale e rispecchia il concetto di uguaglianza spirituale presente nella civiltà etrusca. Le tombe che oggi si possono visitare sono circa 70: sono di piccole dimensione, a una camera, hanno una pianta rettangolare (3 metri di lunghezza, 2 metri di larghezza), e secondo l'uso di Orvieto erano destinate ai membri di una sola famiglia.
Fanno eccezione le rare tombe a due camere e quelle destinate alla sepoltura dei bambini, più ridotte nelle dimensioni e dette a cassetta.
Il culto dei morti costituiva uno degli aspetti più significativi della società etrusca. Si credeva che il defunto conservasse la propria personalità anche nell'oltretomba. Il suo corredo consisteva di oggetti personali (fibule, specchi, lance, testimonianza del sesso, dello stato sociale e dell'età del defunto), vasi di varia forma e materiale quali bronzo, terracotta, bucchero come espressione della provenienza etrusca o ellenica.
Il bucchero è una tecnica primitiva inventata dagli Etruschi per ottenere oggetti in creta di un colore nero vellutato.
Altra usanza tipica del culto dei morti è il banchetto tenuto in onore del defunto: sono stati ritrovati nelle tombe delle persone più agiate anche resti di cibi destinati al trapassato.
Gli arredi funebri sono conservati nel Museo Civico Faina.